Nel periodo della festa di san Giuseppe di marzo a Santa Maria di Licodia, ma anche in molti altri comuni della Sicilia è presente una tradizione che ha sfidato il tempo e che fino ai giorni nostri si continua a perpetuare, si tratta dei "vergineddi" consistente nell'invitare a pranzo, e a volte anche a cena, un gruppo di ragazzi di numero dispari che varia da tre in su, a seconda della promessa del devoto che organizza. Le portate del pranzo dei vergineddi sono sette a ricordo dei sette dolori e delle sette allegrezza di san Giuseppe.
Il piatto tipico del pranzo dei vergineddi è la pasta con i ceci, piatto che viene preparato un po' in tutte le case dei Licodiesi il giorno di san Giuseppe.
La tradizione del pranzo dei vergineddi è parecchio antica. In origine le famiglie più agiate del paese offrivano il giorno della vigilia della festa di san Giuseppe, il Padre della Provvidenza, il pranzo ai figli delle famiglie più disagiate. La vigilia o il giorno stesso del pranzo dei vergineddi, gli invitati devono assistere alla messa nella chiesa del santo, e devono confessarsi. La tradizione dei vergineddi e l'unica che ancora è arrivata a noi.
Un'altra importante tradizione e manifestazione di fede e di devozione, forse la più bella che però purtroppo è decaduta, era il trasporto a spalla del fercolo. Esso avveniva nella festa di agosto, e a quanto pare molti venivano dai paesi limitrofi, principalmente da Paternò, per trasportare la pesante vara per le vie del paese. La domenica i portatori portavano il fercolo per devozione, il lunedì erano pagati.
Il fercolo non viene portato più a spalla dal 1960, quando grazie al disinteresse generale fu deciso di far trainare il fercolo da un cordone cancellando così una delle maggiori attrazioni e particolarità della festa. Un'antica tradizione era il lancio di palloni aerostatici detti "balluna", all'uscita di san Giuseppe che salivano verso il cielo e avevano anche scopo di satira politica.
Altre tradizioni, la maggior parte sportive, legate alla festa di Agosto erano :
La fiera del bestiame e degli attrezzi agricoli che si svolgeva il sabato della festa e aveva luogo nel piano della "Costa 'a Utti", a sud dell'abitato, l'attuale piazza Matteotti o nel viale delle Rimembranze, questa tradizione è caduta in disuso intorno agli anni '60.
Un'altra era la corsa dei cavalli, che poteva essere con o senza fantino, e che si svolgeva sotto la Murami, ossia piazza Umberto I, caduta in disuso anche per gli incidenti accaduti.Un'altra tradizione decaduta della festa di agosto è la processione del reliquiario la vigilia della festa. Essa percorreva le strade che il giorno seguente avrebbe percosso il fercolo. La processione oltre ad essere seguita dal popolo era accompagnata dalla confraternita di san Giuseppe la quale si curava anche dell'accensione dei fuochi al rientro in chiesa. Da molti anni questa processione e caduta in desuetudine, sono pochi quelli che la ricordano e ricordano anche il bellissimo reliquiario argenteo, che non viene più neanche esposto in chiesa.
Altra tradizione della festa di agosto era legata al complesso musicale, che dopo l'entrata del Santo il lunedì, accompagnava i fedeli all'ultimo spettacolo pirotecnico.
Una tradizione sportiva che però è sopravvissuta è il torneo di basket S. Giuseppe, che si può considerare benissimo il più vecchio torneo sportivo della provincia di Catania.
Altre sono il torneo calcistico, e la corsa ciclistica, di carattere amatoriale, che si svolgono, la settimana prima della festa, come la gimkana ciclistica sulla piazza, mirate a coinvolgere sempre più i giovani a far si che amino la festa.