Il simulacro di San GiuseppeIl venerato simulacro di san Giuseppe, di cui tutti i licodiesi posseggono un immagine, può essere benissimo considerato come un assemblaggio di pezzi di varie statue.
Infatti il corpo originale proverrebbe da un cinquecentesco S. Elia o S. Bernardo, mentre la testa è di epoca posteriore, e anche il Bambino dalla eccentrica forma corporea ritorta e che è rappresentato completamente nudo, proverrebbe da un'altra statua. In base alla posa del Santo, raffigurato come se camminasse, si è avanzata l'ipotesi che appartenesse ad un gruppo scultoreo raffigurante la fuga in Egitto, ma è solo un ipotesi. In base all'analisi stilistica, si precisa il periodo di fattura della statua, che si può datare al secolo XVII. Ed esso è una rarità poiché, come già accennato i simulacri di epoca barocca portano il Bambino per mano, mentre il nostro lo regge in braccio.


Il santo, come nell'iconografia classica, è raffigurato molto avanti nell'età, per rappresentare la saggezza, propria delle persone anziane, e anche per difendere il dogma della verginità perpetua di Maria Santissima.
È proteso in avanti come per presentare e donare ai fedeli il Cristo, che porta disteso su ambo le mani. I colori del vestito sono i classici dell'iconografia, il vestito blu, e il manto marrone, sono i colori che rappresentano l'incarnazione umana e terrena del Cristo. I piediParticolare del volto poggiano su una base lignea scolpita e indorata, a forma di parallelepipedo, ai lati della stessa vi sono quattro vasetti bronzei di cui i primi due portano, come la corona, dei gigli in argento, in un braccio tiene un bastone con in cima dei gigli, simbolo della giustizia e della santità, secondo il verso biblico, "il Giusto fiorirà come il giglio".

Immaginetta anticaGli ex voto e i preziosi di cui si adorna il santo durante la festa di agosto vanno dal secolo XVI in poi. A quest'epoca appartengono le due corone argentee, poste sul capo del Bambino e ai piedi del Santo, provenienti dalla statua della Madonna del Robore Grosso, che fu trafugata nel 1974.Del secolo XVII è il primo bastone in argento cesellato. Al secolo XIX appartenevano i tre alberelli argentei dove venivano appesi gli ex voto, e questi insieme al giglio del bastone vennero rubati negli anni '70. L'aureola argentea, finemente cesellata, sul capo del Santo è del 1810. Degli anni '70 sono i gigli che adornano i vasetti bronzei e il bastone, quest'ultimo donato dalla ditta Fallica, autrice del rifacimento di piazza Umberto I ('70). Dai vari inventari si può avere un idea di quello che doveva essere il tesoro di San Giuseppe prima dei rovinosi furti degli anni '20 e '70, infatti alti erano i numeri di anelli, collane, orecchini, medaglie. Tutti gli attuali gioielli furono ridonati dal '70 in poi, la prima collana fu donata dalla confraternita di san Luigi.
Ai piedi del Santo negli anni ' 30 furono aggiunti due angeli in carta pesta, successivamente tolti con il restauro del 1991.