Da quando siamo nati, ogni anno festeggiamo il Natale. Se non abbiamo avuto un’educazione cristiana, lo avremo associato alla festa consumistica dello scambio dei regali, all’albero illuminato, alle vacanze da scuola, alle ferie. Se abbiamo avuto un’educazione tiepidamente cristiana, quel giorno sarà d’obbligo andare a messa anche se non ci siamo andati mai durante l’anno ( o forse a Pasqua), per poi tornare a casa per il grande pranzo tradizionale.

Ma cosa significa, veramente, il Santo Natale per un cristiano?

Il Natale è un’occasione gioiosa per glorificare Dio. Nei giorni del Natale sentiamo l’atmosfera di gioia e serenità di questa basilare festività cristiana, la Festa per eccellenza per l’intera Cristianità.

Cosa ci riempie di gioia in questi giorni? Forse sarà l'emozione di qualche momento trascorso con i propri cari, ma ancora di più la consapevolezza di aver ricevuto un impareggiabile dono dal Signore: "Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna" (Gv 3,16)

Meditando su queste parole, fa effetto sapere che Dio è venuto nel mondo come un uomo per stare tra gli uomini e per salvare gli uomini dalla morte eterna, portando su di Sè una morte vergognosa e atroce, al nostro posto. E’ qualcosa di talmente grande e incommensurabile, che ci fa tremare dalla soggezione, dalla reverenza, dall’amore verso Nostro Signore Gesù Cristo.

Per questo, nel giorno di Natale, per prima cosa loderemo il Signore e lo glorificheremo per ciò che ha fatto per noi, con eterna gratitudine. E solo dopo penseremo alla festa, al pranzo, ai regali, ai parenti.

Il Natale è un’occasione per testimoniare e per crescere nella fede. I veri cristiani sono felici di poter dire a tutti ciò che il loro Signore ha fatto e parare della Grazia che hanno ricevuto, e quale momento migliore del Santo Natale, in cui si ricorda la venuta in Terra di Gesù? Come fecero i pastori, divulghiamo quello che era stato loro detto di quel bambino; e come loro, torniamo edificati nella loro fede: "E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, come era stato loro annunziato".( Lc 2,20)

Se queste feste passeranno e ci lasceranno come ci hanno trovato, se anche questo Natale trascorrerà senza che il nostro cuore si sia avvicinato di più al Signore, senza che la nostra anima sia stata resa più conforme al perfetto esempio del Salvatore, allora avremo perso un’occasione di crescita spirituale.

In un momento come questo in cui tutti i simbolismi cristiani vengono attaccati ( come il Presepe, che viene addirittura vietato in diversi posti d’Europa) in nome di una globalizzazione atea che viene definita in modo politicamente corretto “laica”, siamo obbligati a scendere nel nostro cuore, nella nostra fede, nel nostro amore per il Signore per riscoprire il vero significato del Natale: la venuta in Terra di Nostro Signore Gesù Cristo, per la redenzione dei nostri peccati, per la nostra salvezza. Questo è il Natale, al di là delle luci, dei lustrini, delle file al centro commerciale, dei pranzi luculliani. Abbiamo il coraggio di testimoniarlo.